Faccio, sbaglio, imparo

Se il bambino causa un danno, bisogna riconoscere l’innocenza all’origine del gesto e suggerirgli come far meglio senza arrivare a sgridarlo

Annalisa Perino, pedagogista montessoriana

«Vado ad annaffiare le piante!» dice Lara, una bambina di 4 anni, e la mamma risponde: «Sì, ma stai attenta a non bagnare!». Lara prende la brocca dalla cucina, si reca in bagno, apre il rubinetto del bidet, riempie la brocca fino all’orlo, va in balcone e rovescia l’acqua nel vaso del Ficus senza accorgersi di aver lasciato tracce d’acqua lungo tutto il percorso che separa il bagno dal balcone. Terminato il suo lavoro, rientra in casa tutta soddisfatta, ma sente la madre gridare: «Lara, ma cos’hai combinato?! È tutto allagato. Sei una pasticciona!».

Lucio, un bambino di 2 anni, ha sete. È solo in soggiorno (il padre è nella stanza a fianco), scorge sul tavolo un bicchiere contenente dell’acqua, e decide così di servirsi da sé. Si mette in punta di piedi, afferra a due mani il bicchiere, e nel gesto di inclinarlo per portarlo alla bocca si bagna maglietta e pantaloni. Il suo sguardo si fa improvvisamente triste e deluso. In quel momento il padre entra nella stanza ed esclama: «Ma Lucio! Possibile che devi sempre fare disastri? Non potevi chiamarmi?».

Guardare oltre
La maggior parte delle volte i bambini agiscono dietro un intento positivo e vogliono fare qualcosa di buono e costruttivo. Nel nostro caso, Lara voleva svolgere un compito domestico di cui solitamente si occupa la mamma e Lucio voleva dissetarsi. Nessuno dei due, quindi, ha agito per “fare un pasticcio”. Purtroppo i bambini a volte sbagliano modalità, posto, momento, e quella che voleva essere una buona azione si trasforma, agli occhi dell’adulto, in un disastro. L’immaturità nel leggere la situazione, e comprenderne ostacoli o limiti, impedisce al bambino di portare a termine un compito con successo e l’inconveniente, l’imprevisto, mette a repentaglio la riuscita del lavoro e la risposta positiva e soddisfatta di mamma e papà.
Se Lara non avesse bagnato a terra, la mamma sarebbe stata felice del suo gesto collaborativo verso la famiglia, e il papà di Lucio sarebbe stato orgoglioso della sua conquista di autonomia.

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