Se sbaglio chiedo scusa!

Chiedere scusa è un’occasione per entrare in contatto con le proprie emozioni e quelle altrui: un comportamento che il bambino impara soprattutto da mamma e papà

14.12.2017 – Chiara Borgia, pedagogista, Messina

 All’incontro per genitori oggi si parla di regole. Ognuno ha portato la sua lista: «Lavarsi le mani prima di mangiare» va per la maggiore, insieme a «non urlare» e «non si danno le botte». Seguono le indicazioni sul mettere in ordine e qualche limite alla visione di cartoni animati. In uno dei foglietti trovo scritto: «Se sbaglio chiedo scusa». Mi sembra interessante e cominciamo a parlarne…
 Cosa sono le “buone maniere”?
Ci ricordiamo che scusa è una di quelle paroline magiche (così le chiamava mia nonna), che insieme ad altre come permesso?, grazie, prego, per favore, buongiorno e buonanotte, erano nei tempi passati parte delle cosiddette “buone maniere”, cioè di quelle norme-galateo del vivere sociale che venivano impartite ai bambini in famiglia e a scuola. L’idea di educazione su cui si basavano era, almeno inizialmente, ben distante dai princìpi della scienza pedagogica odierna; basti pensare ai manuali di buone maniere diffusi dal XV secolo, zeppi di nozioni relative alla condotta in pubblico e al decoro esteriore, il cui intento era di “civilizzare” il bambino soffocando i suoi istinti e condizionando i suoi comportamenti.A questo punto ci viene naturale la domanda: oggi ha ancora senso proporre alcune delle buone maniere che si sono tramandate nel tempo o sono solo parole vuote, indicazioni di comportamento formali e prive di contenuti realmente educativi?
 
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