Parlare di Coronavirus con i bambini
Cosa possono fare i genitori per aiutare i bambini a orientarsi e ad affrontare il più serenamente possibile questo momento?
Silvana Quadrino, psicologa e psicoterapeuta e Sergio Conti Nibali, pediatra e direttore di UPPA magazine Genitori che parlano con i bambini
Indice:
1 Televisione sì o no?
2 Parlare di come avviene il contagio?
3 Dare indicazioni pratiche
4 Accogliere la paura
È molto probabile che in questo momento i bambini stiano vivendo con preoccupazione le notizie che ascoltano in televisione o che arrivano loro dai discorsi degli adulti; è possibile che si spaventino sentendo parole come “morte”, “ricoveri in ospedale”, “malati in rianimazione”, “misure di isolamento”, “quarantena”. Cosa possono fare i genitori per aiutarli a orientarsi e ad affrontare il più serenamente possibile questa situazione?
I primi a curare la qualità delle informazioni devono essere gli adulti: i bambini assorbono tutto ciò che viene detto, lo modificano e lo amplificano a partire dalle loro paure. In un momento in cui si parla davvero troppo, e spesso in modo impreciso, di virus e malattie, i genitori devono impegnarsi a utilizzare esclusivamente le fonti di informazioni ufficiali, in particolare il sito del Ministero della Salute, la pagina dedicata alle domande e risposte più frequenti e il sito Epicentro, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità.
Televisione sì o no?
Se in casa c’è l’abitudine di guardare il telegiornale tutti insieme, meglio non modificare questa consuetudine: i cambiamenti preoccupano i bambini, e anche in questo caso la loro immaginazione potrebbe popolarsi di paure, misteri, segreti («I grandi non vogliono che sappiamo…»).
Televisione e giornali possono offrire uno spunto utile per dare informazioni serie e comprensibili ai nostri figli, ed è ancora meglio se li stimoliamo con qualche domanda in modo da creare una conversazione serena: «Ma tu hai capito bene cosa sta succedendo?», «Hai parlato con i tuoi amici del Coronavirus? Loro cosa dicono?». Un dialogo rilassato segnala che di questa cosa si può parlare, che non c’è nulla che gli adulti stiano nascondendo ai bambini; permette inoltre di correggere informazioni inesatte, di evitare ad esempio che il bambino si convinca che esistano persone “pericolose” (i cinesi, gli stranieri) che diffondono la malattia, oppure che si ammalino solo persone vecchie e malate, o che non sia giusto vietare a tutti di fare le cose che vogliono fare.
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