Il cestino dei tesori …
Trent’anni fa l’illustre pedagogista britannica Elinor Goldschmied raccontava al mondo scolastico di quanto fosse importante stimolare i bambini, lasciando loro la massima libertà esplorativa e creativa.
Nasce il cestino dei tesori … un cesto in vimini (diametro di 35 cm, altezza 12 cm) contenente oggetti destrutturati e naturali: legno, carta, pelo, cartone, corno, metallo, gomma pelle, ad esclusione degli oggetti in plastica e qualunque materiale sintetico. I materiali in esso contenuti sono dei “tesori” e per questo devono essere belli e preziosi perché utilizzati dai bambini che amano le cose belle.
La pedagogista inglese indicava circa 100 oggetti diversi fra loro e distinti per categorie come ad esempio:
OGGETTI NATURALI: pigne, sassi, conchiglie, tappi in sughero, spugna naturale,
OGGETTI DI MATERIALI NATURALI: palle di lana, pennello per trucchi, pennello da imbianchino…
OGGETTI DI LEGNO: cucchiaio da cucina, mollette da bucato, portatovagliolo…
OGGETTI IN METALLO: cucchiai, mazzo di chiavi, scatolette sigillate, formine per dolci…
OGGETTI IN PELLE , TESSUTO, GOMMA: borsellino in pelle, tappo di gomma, palline da tennis…
CARTA, CARTONE: carta oleata, rotoli di carta igienica…
Durante la presentazione del cestino dei tesori, i bambini dai 6 ai 12 mesi vengono posti nella condizione di potersi muovere in autonomia.
Il materiale viene guardato, toccato, afferrato, appoggiato, nascosto, incastrato, abbandonato, ripreso.
All’educatore il solo compito di OSSERVARE, la sua presenza infatti deve garantire la massima serenità in modo che possano esplorare in piena libertà. L’educatore diviene SPETTATORE dell’agire del bambino.
Le finalità pedagogiche del cestino dei tesori sono quelle di AUMENTARE l’autonomia del bambino, STIMOLARE il bisogno di scoperta, SVILUPPARE interesse verso la sensorialità.
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