L’immaginazione dei bambini è in pericolo?

Negli ultimi anni i bambini mostrano sempre più difficoltà a usare la fantasia, strumento chiave per una migliore percezione della realtà
Alberto Oliverio, neurobiologo

Il rapporto tra l’occhio e il cervello è spesso ambiguo: l’occhio è un buon obiettivo, ma le immagini che trasmette alla mente sono soggette a numerosi rimaneggiamenti. Pochi tratti, come quelli contenuti nelle icone delle emoticon, nel messaggio di un cartello segnaletico stradale o di un graffito urbano, comunicano informazioni ben più complesse di quelle che giungono ai nostri occhi. La mente, insomma, rielabora l’informazione e la riadatta alle nostre conoscenze.

Realtà soggetta a interpretazione
Le neuroscienze ci dicono che la visione non è “ingenua”; ciò che vediamo o ciò che non vediamo non è una fotografia fedele e imparziale della realtà, ma dipende da un insieme di fattori: la struttura e le caratteristiche dell’occhio e della corteccia visiva del cervello, i processi mentali, le esperienze compiute e le conoscenze. Il fatto che la realtà visiva sia soggetta a diversi tipi di “interpretazione” implica anche che la sua ricostruzione sia molto diversa dal vero.

L’immaginazione prende vita
Parliamo ora di un caso concreto: quello di un bambino che interpreta una macchia, una figura ambigua. Il bambino stenta a prendere sonno nel lettino della sua cameretta. È estate, fa caldo, la finestra è aperta e il lampione stradale proietta sulla parete le ombre del grande tiglio. Ogni tanto un lieve soffio di vento agita i rami e le foglie: sulla parete il gioco delle luci e delle ombre attrae l’attenzione del piccolo che ora individua in una strana e mutevole chiazza scura le sembianze di un personaggio minaccioso. Un pirata, un mostro preistorico, la testa di un cane che spalanca la bocca? È l’ultima interpretazione a colpire l’immaginazione del bambino che ora individua anche i denti e un occhio che brilla minaccioso… sino a che punto il gioco delle luci e delle ombre ricrea un’immagine realistica? Sino a che punto la fantasia costruisce la realtà? Quanto sono importanti le esperienze precedenti, le memorie relative a un particolare cane o ai mostri che popolano i video osservati sul tablet paterno? Ma ormai quella macchia sul muro, quell’ombra inquietante, il bambino continuerà a “vederla”, e anche di giorno, entrando nella sua stanza, la cercherà su quella parete, come se esistesse veramente: l’immaginazione e la fantasia si sono concretizzate in una realtà che sembra avere vita propria.

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